Dannati una volta, dannati in eterno!

Racconto di un “sogno” di Don Bosco.
In una grande valle potei vedere una bandiera nera, portata da un personaggio di forme strane, sulla quale stava scritto:
« Nè gl’impuri, nè gli adulteri, nè i molli, nè i ladri, nè gli avari, nè gli ubriachi, nè i malefici, nè i rapitori possederanno il regno di Dio ».
Dietro a questa bandiera sfilava una lunghissima processione guidata da un personaggio orrendo, deforme, ma nello stesso tempo di modi lusinghieri e con la maschera sulla faccia. Prima venivano gruppi di persone che facevano discorsi brutti, sghignazzando; poi altri gruppi, che in coro bestemmiavano.
Seguivano file di mormoratori e schiere d’ubriachi, che cantavano incespicando. Si avanzavano altri, carichi di tutto ciò che avevano rubato: i sarti, curvi sotto la stoffa che avevano rubato, che li faceva andare gobbi; i mugnai, gobbi sotto i sacchi della farina sottratta agli avventori; i bottegai coi pesi falsi, i manutengoli, gli usurai, ecc. Questa gente entrò in una porta, aperta nelle mura annerite di un’orrida prigione, la quale si trovava all’estremità della valle.
Al di là di quella soglia si vedevano tenebrosi cunicoli, che spaventosamente si sprofondavano nell’abisso. Appena tutti furono entrati, la porta si richiuse con impeto e si vedeva scritto sulle imposte: « Periisse semel, aeternum est », che significa: Dannati una volta, dannati in eterno!
(Brano tratto da “Un prete straordinario”, di Don Giuseppe Tomaselli.)