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L’analisi ai raggi X mostra che la Sindone di Torino ha 2000 anni di storia

Fonte dell’articolo Arcidiocesi Bari Bitonto

L’analisi ai raggi X mostra che la Sindone di Torino ha 2000 anni di storia

La Sindone di Torino è la più importante reliquia della cristianità. Per la tradizione cristiana è il lenzuolo sepolcrale che avrebbe avvolto il corpo di Gesù dopo la crocifissione. Essa è costituita da lino e nel 1988 è stata datata con la tecnica del radiocarbonio che ha indicato che il lenzuolo potrebbe essere una reliquia non autentica poiché di epoca medioevale. I campioni tessili, però, di solito sono soggetti a contaminazioni di ogni genere, che non è sempre possibile controllare e rimuovere totalmente dal reperto da datare. Infatti, il tessuto può essere arricchito di nuovo radio-carbonio, assimilato attraverso il ciclo vitale degli esseri viventi appartenuti a epoche successive rispetto a quella in cui il manufatto tessile è stato realizzato. I reperti tessili sono i campioni da radio-datare più a rischio di contaminazione poiché circa la metà del volume di un filo di fibre naturali è spazio vuoto, interstiziale, riempito da aria o da altro. Tutto quello che s’insinua tra le fibre deve essere accuratamente rimosso. Se ciò non accade la datazione al carbonio 14 non è attendibile. Non si può escludere che ciò possa essere accaduto nel 1988.

Strumento cnr.png

I tessuti di lino, però, sono costituiti da cellulosa, un polimero costituito da catene di lunghezza differente in cui si ripete un certo numero di volte sempre la stessa molecola base. Un modello macroscopico esemplificativo di una microfibra tessile è quello di un pacco di spaghetti. All’inizio hanno tutti la stessa lunghezza. Ma se si sottopone il pacco a urti accidentali, più gli urti aumentano più gli spaghetti si spezzano. All’aumentare del numero di urti, sempre della stessa intensità, con il trascorrere del tempo, diminuirà la lunghezza media degli spaghetti, sino a raggiungere una lunghezza minima. Una cosa analoga accade alle catene polimeriche della cellulosa che, come spaghetti con sezione sulla scala del miliardesimo di metro, un po’ alla volta, con il trascorrere dei secoli, si rompono a causa dell’effetto combinato della temperatura, dell’umidità, della luce, dell’azione degli agenti chimici presenti nell’ambiente in cui si trovano. L’invecchiamento naturale dipende soltanto dalla temperatura ambiente e dall’umidità relativa.

De Caro.jpgNei laboratori dell’Istituto di Cristallografia del CNR, IC-CNR, sede di Bari, è stato messo a punto un metodo per misurare con i raggi X la lunghezza delle catene polimeriche della cellulosa e, quindi, l’invecchiamento naturale del lino, e convertirlo in tempo trascorso. Il nuovo metodo di datazione è stato prima calibrato su altri campioni di tessuti di lino già datati con altre tecniche, e poi è stato applicato ad un campione prelevato dalla Sindone di Torino. In particolare, è stato possibile verificare che l’invecchiamento naturale della cellulosa del campione della Sindone analizzato era paragonabile a quello di un campione prelevato dalla fortezza di Masada, in Palestina, che cadde in mano dei Romani, dopo un lungo assedio, nel 74 dopo Cristo. Questa assoluta compatibilità con il campione di lino di Masada, che certamente ha duemila anni di storia, confermati da altre datazioni indipendenti, permette di concludere con certezza che anche la Sindone di Torino è antica di duemila anni.

Liberato De Caro, IC-CNR Bari

 

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