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«Maria donna che ascolta e si lascia abitare»

Fonte dell’articolo Arcidiocesi Bari Bitonto

«Maria donna che ascolta e si lascia abitare»

Omelia dell’Arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Giuseppe Satriano, in occasione del Pellegrinaggio Diocesano a Pompei. Pontificio Santuario della Madonna del Rosario di Pompei, sabato 19 ottobre 2024

Viviamo con gioia questo incontro intorno alla mensa del Signore. Abbiamo lasciato le nostre case, le nostre comunità per ritrovarci, in questo Pontificio Santuario Mariano caro alla devozione del nostro Popolo per quelle radici pugliesi che esso conserva.

Il quadro della Vergine del Rosario trovato e valorizzato dal Beato Bartolo Longo, insieme alla sua consorte, divenne nel tempo motivo per l’erezione di questa Basilica, ma anche sorgente di conversione e impegno a favore dei più bisognosi. Ogni pietra di questo Tempio mariano ha il nome e il volto di tanti fedeli che qui sono giunti pellegrini in cerca di luce e di speranza.

Qualcuno si è chiesto: “Ma perché andare a Pompei per vivere l’affidamento dell’Anno pastorale a Maria”? Non avremmo potuto viverlo ai piedi della Vergine Odegitria, senza spostarci e vivere gli imprevisti del viaggio?

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Il motivo per cui ho proposto questo momento è semplice e duplice.

Innanzitutto il metterci in viaggio, il collocarci come pellegrini è la dimensione connaturale al nostro cammino sulla terra. Siamo donne e uomini in cammino, mai paghi e definiti nel nostro essere discepoli del Cristo.

Come Abramo e i grandi della Storia della Salvezza, come Maria e i discepoli anche noi siamo invitati a interpretare la nostra vita come un viaggio da compiere per cercare il compimento di una promessa: Cristo Nostro Signore. È dal nostro battesimo che siamo chiamati ad un percorso costante di conformazione a Cristo.

Essere giunti in pellegrinaggio ravviva in noi la consapevolezza di come tutto sia provvisorio, niente è definitivo, niente può appagarci, solo l’amore del Signore, la sua misericordia sono le realtà a cui orientare la nostra fiduciosa ricerca. Papa Francesco ci ha chiamato, come Chiesa, ad una conversione missionaria, una conversione possibile solo a patto che ciascuno si metta in gioco a partire dal proprio cuore, dal proprio vissuto.

Siamo qui, allora, desiderosi di chiedere, per intercessione di Maria, conversione e misericordia per la nostra vita, per la vita delle nostre comunità, della nostra Chiesa.

Il secondo motivo è più umano. Come comunità ecclesiale avverto che abbiamo bisogno di ritrovarci insieme, stare gli uni accanto agli altri per condividere, pregare e comprendere la grande sfida che il Signore ci affida in questo tempo difficile, abitato da dolore e violenza: essere comunità.

Momenti come questo ci aiutano a coltivare l’impegno a d essere con maggiore vigore, gioia una comunità di credenti e di testimoni del Risorto.

La Parola odierna ci aiuta a recuperare tutto questo offrendoci in Maria un punto luminoso a cui guardare e da cui imparare uno stile per essere di Cristo.

Luca, nel suo vangelo, ci addita due posture che fanno della Vergine santa una guida sicura:

Maria è donna che ascolta e si affida: lei, giovane fanciulla, ascolta cercando il senso delle parole pronunciate dall’angelo, ascolta interrogando e alla fine si affida.

Maria va oltre l’evidenza incomprensibile di quelle parole e si mette in cammino, un cammino non semplice, faticoso che le riserverà momenti oscuri e dolorosi, ma… si fida e si affida. “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.

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Maria è donna che si lascia abitare da Dio: è questo un altro tratto significativo del vangelo ascoltato.

Maria ci aiuta a comprendere che Dio non si merita, si accoglie. Dal giorno del nostro Battesimo non siamo chiamati a conquistare il divino, ma a essere terra protesa ai semi dello Spirito. Il suo grembo di vergine si consegna all’amore misericordioso di Dio che cerca casa e il suo grembo diviene sorgente di misericordia per tutti. Anche ciascuno di noi, umanamente parlando, vive perché il cuore e il grembo di una donna ci ha accolto e generato con misericordia.

È questa ospitalità che fa di Maria una donna che dal vivere per sé diviene creatura che vive per l’altro

Carissime e carissimi, impariamo da Lei a dare un nuovo inizio al nostro cammino. Queste due posture di vita ci aiutino a confidare e a vivere consegnati all’opera di Dio che mediante lo Spirito stende “la sua ombra” anche su di noi.

Bellissima questa affermazione di Luca, la potenza di Dio si fa ombra, l’Altissimo si vela di carne, della nostra carne, diviene fremito di vita nel grembo di Maria, ma anche nei nostri cuori.

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Per entrare nella nostra vita Dio si veste sempre di povertà, non si impone. Anche per noi, oggi, l’angelo ripete le tre parole essenziali consegnate a Maria: “Non temere, verrà il Signore e ti riempirà la vita”.

Concludo con un passaggio di una preghiera di Davide Maria Turoldo che è poesia per i nostri cuori:

“Come una vela il grembo s’inarca,

sopra la terra s’inarca in attesa,

dentro lo Spirito plasma e fermenta,

sta per fiorire di nuovo il creato”.

Grazie al sì di Maria, possiamo vivere una nuova genesi. Coraggio Chiesa di Dio, coraggio Chiesa di Bari-Bitonto, mettiamoci in cammino e la nostra Speranza non sarà delusa.

Amen.

✠ Giuseppe Satriano

Arcivescovo